La lingua diasporica di Rose Ausländer
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- dc.contributor.author Pisano, Libera
- dc.date.accessioned 2023-10-17T08:51:01Z
- dc.date.available 2023-10-17T08:51:01Z
- dc.date.issued 2023
- dc.description.abstract Rosalia Beatrice Scherzer nasce a Czernowitz nel 1901 in una famiglia ebraica medio-borghese. Ausländer, straniera, è il cognome del suo primo marito Ignaz Ausländer con cui lascia la Bucovina nell’aprile 1921 per emigrare negli Stati Uniti a causa della situazione di indigenza in cui era precipitata la sua famiglia dopo la norte del padre e la fine della Prima guerra mondiale. Il destino iscritto nel cognome acquisito, che diventa quasi uno pseudonimo, sigilla l’abbandono della sua terra e l’eco della diaspora rimbomba nella firma di ogni sua poesia. La Bucovina di Ausländer era un crogiolo di identità nazionali segnato da una consistente vivacità culturale e da uno straordinario multilinguismo. I confini invisibili della Mitteleuropa non potevano essere costretti nella definizione dello stato nazione, incompatibile con quel caleidoscopio di elementi eterogenei. Questa discrepanza tra identità, lingua e stato, sperimentata già in patria, così come le tensioni politiche, che hanno segnato tragicamente la storia del Novecento, hanno fatto sì che molti intellettuali mitteleuropei vivessero l’esilio come un destino condiviso e una condizione per nulla eccezionale. In questo senso Ausländer, la cui vita è segnata da una duplice o triplice appartenenza che si consolida nell’esilio dove affiora una idea utopica di lingua madre, appartiene totalmente a questo orizzonte spirituale. In questo saggio intendo mettere in luce il nesso tra esilio e racconto negli scritti di Ausländer e la concezione diasporica della lingua che emerge dalla sua opera. La critica all’autoctonia non è solo un commiato triste alla terra, ma soprattutto la reinvenzione di una “patria filologica” declinata al femminile. La condanna della “parola della patria” [Vaterlandswort]4 diventa per Ausländer un’opportunità per ripensare l’erranza come una forma diversa di abitare la lingua, a cui affida un ruolo salvifico.
- dc.description.sponsorship Questo articolo è stato finanziato dal Programma di ricerca e innovazione Horizon 2020 dell’Unione Europea nell’ambito dell’accordo di sovvenzione Marie Skłodowska-Curie, n. 101027857.
- dc.format.mimetype application/pdf
- dc.identifier.citation Pisano L. Mutterland: la lingua diasporica di Rose Ausländer. In: Ascarelli R, De Villa M, editors. La Mitteleuropa ebraica. Milano: Mimesis; 2023. p. 307-24.
- dc.identifier.isbn 9791222303833
- dc.identifier.uri http://hdl.handle.net/10230/58080
- dc.language.iso ita
- dc.publisher Mimesis Edizioni
- dc.relation.ispartof Ascarelli R, De Villa M, editors. La Mitteleuropa ebraica. Milano: Mimesis; 2023. p. 307-24
- dc.relation.projectID info:eu-repo/grantAgreement/EC/H2020/101027857
- dc.rights © 2023 - MIM EDIZIONI SRL
- dc.rights.accessRights info:eu-repo/semantics/openAccess
- dc.subject.other Ausländer, Rose, 1901-1988. Mutterland -- Llenguatge
- dc.subject.other Ausländer, Rose, 1901-1988. Mutterland -- Crítica i interpretació
- dc.title La lingua diasporica di Rose Ausländer
- dc.type info:eu-repo/semantics/bookPart
- dc.type.version info:eu-repo/semantics/publishedVersion